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POLITICA CITTADINA
Massimo D'Alema a Monza
di Giorgio Caronni


Organizzata in quattro e quattr'otto e penalizzata dal solito boicottaggio del solito Cittadino - che settimana scorsa si era dimenticato della visita di Zanotelli e Agnoletto - la visita di Massimo D'Alema è stata registrata come un vero successo da parte dei suoi promotori.
Il teatro Manzoni era praticamente al completo. La platea ha seguito con attenzione il presidente dei DS, introdotto da Pippo Civati, e dagli ospiti della serata: Carlo Arcari, direttore di Domani, Filippo Penati, segretario dei ds milanesi, e il vicesindaco Roberto Scanagatti. Daria Colombo, moglie di Vecchioni e leader dei Girotondi, non ha raggiunto Monza perché indisposta, ma ha comunque fatto pervenire il suo saluto all'assemblea.
 
Massimo D'Alema ha parlato per un'ora abbondante, soffermandosi a lungo sul tema della pace e della guerra che incombe, criticando ferocemente l'atteggiamento del governo italiano, ondivago, demagogico e incapace di rispondere sia alla coscienza profonda del Paese, che alla tradizione della sua politica estera. Un governo nei fatti delegittimato, che ha difficoltà a affrontare i veri problemi del nostro sistema-paese e che rischia di condurre l'Italia ad un inarrestabile "declino". Se molto profonde sono state le considerazioni dedicate al Medio Oriente e in particolare alla questione palestinese - D'Alema ha ricordato una sua visita a Betlemme in rappresentanza del Parlamento italiano -, il presidente DS ha scelto un tono più allegro e canzonatorio nel parlare della Rai, dove ancora si trovano asserragliati i due consiglieri di amministrazione della CdL.

Forse il vero e proprio elemento politico della serata è stato però il riferimento alla necessità di una pacificazione all'interno dell'Ulivo, alla ripresa vera di un percorso comune, che possa consentire a tutte le sue componenti di contribuire alla crescita della coalizione e non a una loro "rottamazione" reciproca. D'Alema ha ricordato l'importanza del coinvolgimento di Cofferati in questo progetto e la necessità di superare le polemiche che hanno attraversato il centrosinistra soprattutto dopo la sconfitta elettorale del 13 maggio.
E' sembrato un D'Alema ritornato a pieno titolo sulla scena politica italiana, che si sottrae volutamente alla polemica quotidiana dell'Ulivo per dare corpo alla sua rivincita. Con il programma delle donne e degli uomini che si oppongono a quello che Civati ha definito "il peggior governo dell'Italia repubblicana".
Anche al Manzoni il "momento di grazia" della Sinistra monzese - dopo lo straordinario successo dell'iniziativa "Città di pace" - è sembrato continuare.

Giorgio Caronni

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  15 febbraio 2003